Emmaus


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Un blog sul Vangelo

28 Marzo 20052 commenti

E’ da molti mesi che mi gira per la testa l’idea di iniziare un blog sul Vangelo. Oggi è la domenica di Pasqua. Per un caso mi ritrovo a dover commentare questa sera il vangelo dei discepoli di Emmaus. Così, in questo dopopranzo un po’ più libero che non i giorni scorsi, sono passato ai fatti. Ed eccomi qui ad iniziare questa avventura. Chissà se avrà un seguito. Mi piacerebbe essere fedele a questo spazio. Sulla rete non ho ancora trovato un sito sul Vangelo come piacerebbe a me (a dire la verità ce n’è uno, che in qualche modo ho inventato io, del quale parlerò). Di sicuro da questo spazio non farò prediche. Mi piacerebbe comunicare alcuni spunti, e ricevere qualche commento, così da approfondire con qualche amico la conoscenza di quello che per me è il libro più affascinante che abbia mai letto. Comincia la nuova avventura.

I discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35).

28 Marzo 20052 commenti

I brani evangelici delle apparizioni del Risorto mi hanno sempre affascinato. Hanno una carica evocativa fortissima, un senso profondo del mistero, un senso forte e intimo di gioia, di qualcosa che si sperimenta ma che non si può spiegare. Tra tutti mi ha sempre colpito in modo speciale l’episodio dei discepoli di Emmaus. Forse perché in questo caso Gesù appare a due persone sconosciute, due semplici discepoli, due come noi. Forse perché Gesù ha un modo molto elegante di accostarsi a loro, di inserirsi nel loro discorso e poi, poco a poco, di farsi riconoscere. Forse per l’ambientazione al tramonto, momento sempre particolarmente propizio per l’intimità. Forse per quella gioia profonda (“non ci ardeva forse il cuore mentre lui parlava?”) che ad un certo punto esplode, tanto da riportare i due discepoli, di corsa a Gerusalemme. Emmaus mi sembra alla mia, alla nostra portata: è un’esperienza ripetibile oggi, non è legata solo a quella sera di pasqua, è l’emblema della vita dei discepoli di Gesù, quando improvvisamente gli occhi si aprono, e si vede Lui presente, nascosto dietro ogni cosa.

"Rabbunì!"


Questi giorni di pasqua mettono al centro di tutto la Resurrezione di Gesù. Ci sarebbero tante cose da dire, e spero di scriverne qualcuna nei prossimi giorni, a partire da un libro molto interessante che ho riletto in questo periodo (“Gesù, ebreo di Galilea” di Giuseppe Barbaglio). L’esperienza dei primi discepoli con il Risorto è la chiave di volta per capire autenticamente i vangeli e la stessa fede.
«Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro!» (Gv 20, 14-16).
L’incontro tra Maria di Magdala e Gesù è estremamente rivelativo. Gesù (come con i discepoli di Emmaus) le si fa accanto, e si interessa a lei (sembra in qualche modo che Gesù la prenda un po’ in giro: sa bene perché piange e chi cerca…). Il culmine del ridicolo (che rende questo brano così vivo e autentico) si raggiunge subito dopo, quando Maria scambia Gesù per il custode del giardino. E infine Gesù (proprio come a Emmaus, quando si siede a tavola con i due discepoli) si fa riconoscere. Questa volta lo fa in un modo molto bello e diretto: chiamando Maria per nome. Quel richiamo è dirompente, sblocca improvvisamente la situazione: anche Maria lo riconosce subito (il nostro riconoscere Gesù, in fondo, è sempre la risposta ad un richiamo) e lo chiama a sua volta: “Maestro!”.
Per me dietro questo scambio tra Gesù e Maria c’è tutto il vangelo, tutta la fede, tutto il cristianesimo nella sua essenza: incontro profondo, intimo, fatto di voci e di sguardi tra Gesù – il Signore Risorto – e ognuno di noi.

La chiave di tutto

31 Marzo 20051 commento

In questi giorni continuo a leggere e a riflettere sui vangeli della Resurrezione. Continuo ad esserne affascinato. Mi è tornato in mente anche un libro di Jean Guitton, che vorrei recuperare e rileggere, “Filosofia della Resurrezione”.
Ho sempre più chiaro che la Resurrezione è la chiave ermeneutica di tutto il Vangelo. In certo modo esistono tanti livelli diversi attraverso cui leggere i vangeli, ci sono tante porte, ma una sola è quella che ci permette di entrare davvero (anche se, per la forza esuberante del Vangelo, questa porta ci fa entrare in infinite possibilità di comprensione). Questa porta è appunto la Resurrezione. I Vangeli sono stati scritti in questa luce, in realtà tutto, nei vangeli, rimanda al Risorto, anche ciò che è capitato cronologicamente prima. E’ qualcosa di misterioso ma anche di semplice. La resurrezione getta luce sul passato cambiandolo, modificandolo, dandogli pienezza di significato. Qualche volta capita anche a noi che un fatto particolarmente luminoso della nostra vita ci faccia comprendere in modo nuovo e diverso il nostro passato. Per la resurrezione questo accade in modo assoluto.
Oggi ho approfondito l’incontro tra Gesù e Tommaso, otto giorni dopo la Pasqua, ma lo spazio è terminato, sarà per un altro giorno.

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