domenica 29 agosto 2010

Atene


poseidon
Ieri sera, dopo un viaggio avventuroso di due giorni, con i miei 19 compagni di viaggio sono tornato a casa dopo una settimana passata ad Atene.
Siamo arrivati ad Atene lunedì sera, in aereo, e ci siamo subito immersi nella città, ospiti di un modestissimo (ma dignitoso) albergo nel cuore della città, non lontano da piazza Omonoia, in una zona molto popolare.
I giorni sono passati veloci, ma le giornate sono state molto intense: arrivavo alla fine veramente stremato! Abbiamo visto ciò che fa grande e famosa Atene, come l’Acropoli e l’Areopago, siamo stati a Capo Sunion ad ammirare il Tempio dedicato a Poseidon, a picco sul mare (nella foto), abbiamo apprezzato le spiagge della città, a Voula e Glyfada, passeggiato in lungo e in largo per Monastiraki, apprezzato la bellissima metropolitana, viaggiato con taxi economicissimi, visto la città dall’alto della chiesetta ortodossa di san Giorgio… ma soprattutto ci siamo immersi in un mondo completamente nuovo, in una città immensa, un po’ mediorentale, difficile da decifrare completamente. Conoscere una città è una ricchezza incomparabile, è come avere un amico in più in qualche parte del mondo. Solo per questo valeva la pena di andare ad Atene.
Ma poi c’è l’altra parte: la condivisione di vita con i compagni di viaggi, gli imprevisti vissuti insieme (L. è stato derubato, la polizia ci ha portato in macchina al commissariato per fare la denuncia, esperienza tragica ma veramente eccezionale), il viaggio di ritorno lunghissimo, epocale…
Li ho proprio apprezzati e stimati questi giovani amici, per la loro pazienza, la capacità di sopportare i disagi, di adattarsi alle situazioni (la notte in nave, sul ponte da questo punto di vista è stata eccezionale! Sembravamo in un campo profughi…), di condividere. E poi ci sono le cose invisibile, quelle fatte di piccole cose, ma che lasciano un segno. E anche quelle visibili. Ieri, a pochi chilometri da Genova, due ragazzi hanno fatto pace, dopo molti mesi di incomprensione tra di loro: era un frutto della vacanza a cui ho avuto la fortuna di assistere quasi per caso: non si poteva tornare a casa, dopo quei giorni, senza essere completamente amici.
Ancora una volta ne è valsa la pena. E come per tante esperienze della vita, di questi anni, so che è destinata a crescere dentro ognuno e a diventare uno di quegli eventi della vita che si ricordano e si raccontano, che diventano completamente quello che siamo.