giovedì 25 agosto 2011

Ritorno da Madrid


Un senso di benessere accompagna la silenziosa ripresa dopo il lungo viaggio da e per Madrid. Impossibile dire cosa sia stato più bello. Il viaggio in treno attraverso la Francia e la Spagna, sotto un sole battente, le tappe nelle stazioni o negli ostelli per la notte, il senso di avventura, di libertà... La sintonia piena - mai scontata - con i miei compagni di viaggio, l'affiatamento crescente, il piacere di stare insieme... Le difficoltà superate, gli imprevisti risolti insieme, la leggerezza... Il senso di universalità, la bellezza di mille incontri... La gratitudine per l'ospitalità ricevuta gratuitamente... Un Vangelo fatto di gesti concreti, che ci ha accompagnato in ogni passo... La gioia di qualcosa di comune e di intimo che abbiamo costruito insieme.

mercoledì 3 agosto 2011

Incubi


In certi periodi dell'anno mi capita di ricordare più facilmente i sogni. Alcuni sono talmente interessanti che mi piace scriverli per ricordarli.
Negli ultimi giorni più che di sogni si è trattato di due incubi, cosa che - da quando ero bambino - mi pare non mi fosse più capitata.

Primo sogno, tre o quattro notti fa.
Mi trovavo con un'altra persona di ritorno da un lungo viaggio in macchina. Si deve ripartire insieme per ritornare. Do per scontato che il mio accompagnatore - che guida - mi aspetti. Mi attardo un po' e lui invece parte da solo. Mi ritrovo quindi a fare la strada a piedi, insieme ad un altro anonimo accompagnatore. La strada è davanti a me, lunghissima, fatta di molti tornanti. Vengo preso dallo scoraggiamento e mi dico "non ce la posso fare". 

Secondo sogno, ieri notte.
Sono in una grande casa, indefinibile. Lascio un gruppo di persone - anonime - e vado verso l'uscita, scendendo delle scalette piuttosto ripide. Mentre sono circa a metà, vedo una persona - un ladro - entrare e dirigersi velocemente verso destra. Ho la consapevolezza che gli altri abitanti della casa sono lontani e non mi possono sentire, ma in preda alla paura cerco di gridare con tutta la voce che ho, ma dalla gola non viene fuori nessun suono: non riesco a gridare. A un certo punto faccio uno sforzo enorme e lancio un urlo, lo stesso urlo che mi sveglia. Sono le tre e mezzo e mi ritrovo nel mio letto, frastornato: ho gridato davvero, oppure è stato solo un sogno?


martedì 2 agosto 2011

Taizé 2011


24-31 luglio 2011, torno a Taizé per la quarta volta, dopo essere stato anche all'incontro di capodanno a Rotterdam. Nei giorni precedenti mi chiedevo se sarebbe stato come le altre volte o se questa volta avrei iniziato a scoprire i limiti di questa esperienza.
La settimana è stata molto bella, creativa. I libri che mi sono portato dietro delle pietre miliari per la mia vita (in particolare "Il cammino dell'uomo" di Martin Buber, "I racconti di un pellegrino russo", "Le fonti di Taizé" di fr. Roger, "Come evangelizzare oggi" di Enzo Bianchi).
La novità di quest'anno è stata di essere ospite della mensa dei freres, e quindi di conoscere un po' più dal di dentro questa forma di vita. E' una amicizia - rivolta in particolare ad alcuni freres più vicini, ma che si rivolge a tutta la comunità - a cui tengo molto e che considero molto importante per la mia vita.



Le lacrime della commessa


Stamattina, su suggerimento di R., un'amica che lavora in una agenzia di viaggio, sono andato in centro città, in una agenzia specializzata tra l'altro nei biglietti ferroviari. Avevo un bel po' di lavoro da fare: completare l'organizzazione del viaggio a Madrid per più di 20 persone, attraverso l'acquisto di diversi supplementi su varie tratte. Ben presto è arrivato il mio turno, ho spiegato chi ero e cosa volevo, e una ragazza molto gentile ha iniziato a lavorare per me. Non tutto andava per il verso giusto, per cui, quando non trovavamo posto su un certo treno, per un effetto a catena dovevamo rivedere tutto il percorso di quel dato giorno. Io avevo lavorato per conto mio, per cui - tutto sommato - il lavoro procedeva abbastanza bene, e ad un certo punto si è creata un'intesa molto positiva. Penso fosse passata quasi un'ora, quando un signore che aspettava ha inveito pesantemente verso la ragazza e - indirettamente - verso di me, con parole grosse e del tutto fuori luogo. Era comprensibile una certa impazienza nella fila, ma la ragazza stava lavorando e io ero un cliente portavoce di altre venti persone. L'accusa era addirittura di "maleducazione": una parola stridente con quella ragazza assolutamente mite. La cosa mi è subito dispiaciuta e mi sono scusato con lei, ma in realtà non era quello il punto: non eravamo infatti nel torto. La ragazza mi ha rassicurato e abbiamo continuato a lavorare. Pochi minuti, però, e lei è scoppiata in lacrime esprimendo il suo rammarico per un'offesa ingiustificata. In quel momento ho provato pena e affetto verso questa persona sconosciuta, ma soprattutto grande stima. Non è usuale che la commessa scoppi in lacrime davanti ad un cliente, probabilmente non è professionale, tuttavia in quel momento tra noi una relazione umana ha prevalso sulle forme. Da parte mia l'ho rassicurata e ho cercato di manifestare apertamente la mia stima, e anche di velocizzare il lavoro, nei limiti del possibile. Pochi minuti ancora e abbiamo concluso: il risultato finale è stato eccellente. Quanto si è trattato di pagare (una cifra notevole) le ho chiesto se nel conto erano inseriti i diritti di agenzia, lei ha risposto affermativamente per dirmi subito dopo che il suo lavoro per me era stato del tutto gratuito: nessuna commissione in più.
Sono uscito dall'agenzia frastornato, dispiaciuto per quelle lacrime, ma molto contento di questo incontro del tutto casuale e inaspettato.