sabato 20 novembre 2010

Temple Grandin: porte aperte



"Sono tutte porte verso nuovi mondi
Una porta si è aperta e io sono passata attraverso".

Dopo aver visto la recensione sul Corriere Tv, avevo deciso di vedere il film-tv dedicato a Temple Grandin.
Oggi ci sono finalmente riuscito, ed è stata un'esperienza speciale.
Uno di quei nuovi mondi aperti da Oliver Sacks. Un film intenso e geniale.

(La recensione di Aldo Grasso)

venerdì 19 novembre 2010

Caratteriale



Qualche giorno fa, durante i consigli di classe, la nuova collega di scienza (una signora sulla cinquantina), parlando di un ragazzo con qualche problema, ha usato la parola "caratteriale".
Per me si è trattato di una sorta di shock. Non sentivo la parola da anni: dopo un periodo in cui veniva usata e abusata come sorta di contenitore per definire caratteri difficili, al limite del patologico, la parola era completamente uscita di scena, scomparsa, sostituita da mille altre. L'irrompere della parola sulla scena è stato come entrare in una macchina del tempo. Non è stata la parola in sé a colpirmi, ma il potere, la storia, il significato che ogni parola si porta dietro.

giovedì 18 novembre 2010

Fiori gialli e rossi per Adriana Zarri



Oggi è morta Adriana Zarri. L'ho seguita sempre piuttosto indirettamente, anche se la sua personalità mi colpiva e avevo il desiderio di conoscerla meglio.
Ho letto poco fa la sua epigrafe e ne sono rimasto affascinato.
Così sono andato a cercare qualcos'altro di lei, e in un'intervista mi sono rispecchiato nelle sue parole.

Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri.


Le capita di mettere in discussione Dio, di rivolgergli delle domande?
Sì, delle domande sì. Delle contestazioni, no. Ma delle domande sì. Vorrei sapere tante cose che lui non ci ha detto. Vorrei saper un po’ meglio che cosa succede nell’aldilà. Perché la fede ci dice qualcosa, ma non è poi che ci dica tanto. E allora, come sarà la vita futura, come sarà? Io penso e spero che sia somigliante a questa. E qualche volta gli dico: non farmi brutti scherzi perché io voglio trovare le mie rose, i miei gatti e tutto quello che ho amato sulla terra.

mercoledì 3 novembre 2010

Una sera in sinagoga, tra memoria e futuro


Oggi ho realizzato un sogno della mia vita: entrare in una sinagoga e condividere da vicino la vita dei miei fratelli ebrei. L'occasione è stata la Marcia della memoria, organizzata dalla Comunità di S. Egidio insieme alla Comunità ebraica di Genova, in ricordo della deportazione degli ebrei genovesi avvenuta il 3 novembre 1943 proprio nella sinagoga di Genova.
Ho vissuto questo evento insieme ad alcuni amici, il che ha resto tutto molto più vero e concreto.
Ho seguito con molto interesse tutti gli interventi, e sono rimasto particolarmente toccato da quello di Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, nipote del rabbino capo di Genova deportato e ucciso nei campi di sterminio. 
Mi è parso di partecipare ad un momento solenne, di quelli che rimangono, che segnano qualcosa di più che una partecipazione. Ho percepito nettamente che io, come cristiano, mi sento totalmente solidale con gli ebrei. Di più: non posso essere cristiano se non riconoscendo e amando queste mie radici.