domenica 3 novembre 2013

Mare d'inverno


Poco fa, davanti ad un mare spettacolare (il contrasto della spuma bianca col nero della notte ha un fascino tutto suo) ho incontrato dopo alcune settimane il mio amico F.
Qualche settimana fa stava male, era particolarmente preoccupato e depresso. E' una persona speciale, le conversazioni con lui toccano corde intime che con pochissime persone riescono a vibrare.
Oggi l'ho visto da lontano, col suo cagnolino, e l'ho visto subito meglio. Me lo ha confermato e mi ha anche raccontato di essersi ripreso - quasi inspiegabilmente - dopo aver passato alcuni giorni in uno stato ancora peggiore di come lo avevo visto io.
I pochi minuti davanti al mare passati con lui sono serviti anche a me a cogliere questo misterioso meccanismo che anche io recentemente - al termine di un mese tra i peggiori di questi miei ultimi anni - ho sperimentato. Quando si raggiunge un abisso di malessere e sembra impossibile risalire, ecco che improvvisamente si liberano energie che non pensavamo di avere, che ci permettono di ricominciare e di ritrovare pace ed equilibrio. Credo che ci sia dentro di noi una riserva interiore che si libera solo quando siamo in pericolo. Una riserva che forse ci siamo costruiti noi stessi, accumulando in un punto nascosto del nostro cuore, pensieri, emozioni, esperienze positive. Sono lì, nascoste, inespresse. Tornano a galla solo nella disperazione, e ci permettono di tornare a vivere. Con F. eravamo d'accordo su questo, non occorrevano grandi discorsi per spiegarlo lui a me ed io a lui.