lunedì 3 gennaio 2011

Ineke e Leo


Leo e Ineke mi hanno accolto nella loro casa. Una bella abitazione a Hendrik-Ido-Ambacht, una cittadina di venticinquemila abitanti a pochi chilometri da Rotterdam. Senza prevederlo, sono stato catapultato in un mondo prima di quel momento sconosciuto e inimmaginabile. Tra me e loro non c'era alcun legame, se non l'incontro di Rotterdam che aveva portato loro alla disponibilità ad ospitare due persone. Totalmente sconosciuti, nessun vero legame tra noi, ed io improvvisamente dentro la loro casa. Una situazione molto stimolante.
Per fortuna Ineke parlava un po' di italiano, per cui ci si poteva capire per le cose più importanti. Con Leo invece era più complicato.
Al primo impatto mi sono sembrati un po' impacciati, non abituati ad avere ospiti. Mi sembrava che non sapessero bene come comportarsi, nonostante la buona volontà di essere ospitali. Ed io non avevo molti mezzi per sostenere la conversazione e farmi conoscere.
Per alcuni giorni ho condiviso con loro la colazione, al mattino, e poi un po' di tempo la sera, davanti alla televisione. Giorno per giorno è accaduto qualcosa. Lentamente si è creato un legame, e queste persone mi sono apparse in tutta la loro originalità.
Ineke è una donna silenziosa, difficilmente sorride, è esile, ma piena di energia. Leo è un po' burbero, ma ogni tanto fa delle battute. La casa ha un grande salone al pian terreno, con due enormi finestre ai lati corti, ed è arredato con buon gusto: i quadri, i mobili, le candele, gli addobbi natalizi parlano di grande armonia e comunicano un senso di calore e benessere. Pian piano scopro che Ineke e Leo viaggiano per l'europa in roulotte, e ogni anno trasformano il viaggio in un libro fotografico. Così ho potuto viaggiare con loro, ripercorrendo i loro passi. Hanno due figli, dei nipoti, la mamma di Ineke, a 94 anni, è morta un mese fa. Forse per questo Ineke è un po' triste. Solo dopo i primi giorni scopro che Ineke è cattolica, mentre Leo è protestante, ma non c'è alcun problema tra loro per questo, in Olanda è la normalità.
Guardano alla tv programmi interessanti: un bel concerto la prima sera, un programma che ripercorre i mondiali di calcio per la nazionale olandese fino alla finale persa con la Spagna, un'altra.
Poi ho scoperto che le sculture che si trovano nella sala sono di Ineke che è un'artista. Lavora le pietre, la ceramica, ho osservato le sue mani e mi hanno dato il senso dell'operosità. 
Ineke cura anche una pagina sulla bibbia per i bambini (l'ora dei bambini) nel giornalino parrocchiale: lo fa da venti anni, mi ha mostrato tutte le puntate, mi ha colpito pensare che facciamo la stessa cosa (io preparo un foglietto tutte le domeniche: il vangelo dei ragazzi).
Ieri, prima della partenza, sono venuti a messa con me, nella chiesetta cattolica della città. Credo che in quel momento il legame tra noi sia stato in qualche modo "sigillato".
Credo poi di avere conquistato la simpatia di Leo, che mi ha manifestato con piccoli gesti la sua benevolenza, fino ad accompagnarmi il giorno della partenza all'autobus e salutarmi molto affettuosamente.
Non ho fatto nessuna foto della casa, di Ineke e Leo, ci ho pensato ma poi non l'ho fatto.
Questo veloce percorso dall'estraneità all'amicizia mi ha colpito molto e mi conferma nella mia idea che l'uomo è prima di tutto profondamente buono.

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