domenica 2 gennaio 2011

Ritorno da Rotterdam


Alle 7 del mattino, dopo un lungo viaggio iniziato alle 14 di ieri, attraverso l'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, la Francia, la Svizzera e l'Italia, sono rientrato in pullman da Rotterdam.
Giorni speciali, indescrivibili, e allo stesso tempo molto semplici.
Mi fa sempre uno strano effetto quando ho la fortuna di conoscere una nuova città: basta un giorno per sentirsene cittadini e, in qualche modo, appropriarsene.
Mi ero fatto alcune idee su quest'esperienza, e come capita spesso, tutte le mie aspettative sono state disattese. Il primo giorno, mentre aspettavo che la famiglia che mi ospitava venisse a prendermi, dopo il lungo viaggio di andata, e dopo lo smembramento in due del nostro gruppo (mi ero fatto l'idea che saremo stati insieme tutto il tempo), ho avuto un attimo di sconforto. Mi sono chiesto cosa sarebbe successo in quei giorni di incontro: le cose sarebbero andate bene, come quasi sempre mi è capitato, o questa volta no, sarebbe stato un fallimento? C'è sempre un momento di incertezza nelle nuove esperienze, occorre un piccolo salto in avanti, nel buio... La risposta è arrivata già la mattina dopo: tutti i ragazzi erano contenti. Ora posso dire che è stato un bene che le mie aspettative siano state disattese: mi ha permesso di vivere questi giorni con una apertura diversa.
La comunità di Taizé non mi ha deluso. L'incontro era preparato molto bene, nei dettagli, eppure non è mancato neanche questa volta l'incontro personale, mi colpisce questa intenzione - che si fa realtà - di raggiungere le persone singole. Certo a Taizé è più facile, i numeri, per quanto grandi, si fermano a qualche migliaia. Qui eravamo 30.000, ma lo spirito era lo stesso. La sera del 31 sono stato cercato per telefono nella casa dove ero ospitato: mi veniva chiesto di celebrare la messa, il giorno dopo, nel paesino attorno a Rotterdam dove ero ospite. Una piccola cosa, ma un segno di "personalizzazione".
Ho scritto in fondo poche cose. In altri post ne scriverò delle altre, spero, ma il segno più grande di questo incontro è la pace profonda, il benessere da cui mi sono sentito investito, il legame profondo che sento con i miei 7 compagni di viaggio, e con tutti gli altri. E' stato bello condividere alcune di queste impressioni con A., alla fine della mattinata, in sacrestia, è una persona conosciuta da poco tempo con una storia particolare, e con una capacità non comune di entrare in profonda sintonia.

Nessun commento:

Posta un commento