martedì 29 marzo 2011

Sulla porta di chiesa



Certe coincidenze sono sempre piuttosto sorprendenti.
Per una assoluta casualità ho celebrato la messa di domenica delle 18.30 nella chiesa del collegio: la prima volta in cinque anni.
All'inizio vedo entrare un mio alunno di I con i suoi genitori. La cosa mi fa piacere.
Dopo la messa la mamma viene a salutarmi e mi confida: "In questo periodo con X è proprio un disastro. Oggi lo abbiamo proprio dovuto costringere a venire a messa con noi". Rimandiamo la conversazione a martedì mattina. Il lunedì X mi incontra all'ingresso di scuola e mi dice: "Hai visto ieri come eravamo posizionati a messa? Guarda, è successo di tutto, una cosa da non dire, chissà cosa ti dirà mia madre". X mi sembra sconfitto e sconsolato. Gli dico che mi interessa moltissimo sapere il suo punto di vista.
Arriva martedì mattina insieme alla mamma di X, una signora molto brava, disponibile a mettersi in discussione. Parliamo di X e di questo fatto, e cerco di spiegarle il mio approccio non autoritario, fondato sulla stima verso l'altro e la libertà. Il discorso si fa interessante, e la signora ha l'impressione di avere esagerato. Ma non si nasce bravi genitori, tutti hanno il diritto di fare degli errori. La conversazione con X è ancora da fare, ma il pensiero a X che - giustamente - si ribella, mi ritorna continuamente.
Così, mentre celebravo la messa questo pomeriggio, ho avuto un flash.
Se Gesù tornasse oggi, Lui, durante la messa, starebbe seduto fuori, sui gradini della chiesa,  con tutti quei ragazzi che a messa non ci vogliono andare, e che i genitori, in buona fede vogliono obbligare.
E quei ragazzi, con Gesù, mentre gli adulti sono a messa, ci starebbero molto bene.

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