domenica 22 aprile 2012

La conversione del Risorto


Sono rimasto colpito dalle parole che Gesù Risorto rivolge ai suoi discepoli nell'incontro descritto da Luca al capitolo 24. Egli dice che «nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati». Di quale "conversione" si tratta qui?
Spesso questa parola ritorna nella vita dei cristiani. I tempi liturgici forti - Avvento e Quaresima - iniziano con questo appello di Giovanni Battista, ripreso dal profeta Isaia. Sono anche le prime parole di Gesù nel Vangelo di Marco ("Convertitevi e credete al Vangelo").
La parola è sempre la stessa, con lo stesso significato di cambiamento (girare di 180 gradi, cambiare decisamente rotta nella propria vita), tuttavia c'è un accento diverso tra il prima e il dopo resurrezione.
L'appello di Isaia, Giovanni Battista, del rabbì di Nazaret ha il tono della penitenza, della fatica, della speranza in qualcosa che si spera accada presto. C'è un impellenza, il timore del giudizio che arriva.
Dopo la resurrezione le cose cambiano. Non c'è più fatica, la paura svanisce di fronte al Risorto e le subentra la pace, insieme alla gioia. E' in questo incontro che i discepoli cambiano direzione alla loro vita (si convertono, dunque). Ma non fanno nessuno sforzo. La luce della Resurrezione, lo Spirito di Gesù penetra in loro e li trasforma in persone nuove, coraggiose, affascinanti. Penso che per i cristiani sia questa la vera conversione, stia qui una possibilità reale di cambiamento.

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