lunedì 30 gennaio 2012

Il vangelo di Marco



Da due settimane sono immerso nella lettura di un libro appena uscito. Si tratta di un commentario in tre volumi al vangelo di Marco: "Vangelo di una notte vangelo per la vita". È scritto da Benoit Standaert, monaco benedettino fiammingo di Bruges.
Standaert, studioso originale, decisamente fuori dai tradizionali canoni accademici delle università pontificie, è stato mio professore negli anni '90. Già allora avevo trovato nuova e affascinante la sua lettura del vangelo di Marco, letto secondo i parametri dell'analisi retorica, come opera compiuta. Il suo approccio non ne escludeva altri, ma sottolineava l'intenzione dell'autore nella redazione del testo, e la fisionomia della comunità che lo leggeva. Dopo vent'anni gli studi di Standaert sono andati molto avanti, approdando ad un denso commentario. Più vado avanti nella lettura e più ne resto affascinato. Standaert risponde a molte mie domande, soprattutto alla mia ricerca di un testo che risuonasse nell'ambiente culturale e religioso nel quale il vangelo era stato scritto. Una lettura di Marco alla luce dell'Antico Testamento, della fede con cui il Vangelo veniva accolto dai primi cristiani in prevalenza di origine giudaica.
Standaert fa risuonare Marco in modo nuovo, aprendo spazi di comprensione per me del tutto nuovi. Non credevo che ci fosse ancora spazio per grosse novità nella lettura, dei vangeli sinottici e devo felicemente ricredermi.
La lettura di Standaert è profonda, mai arida, e fa parlare i più minuti particolari.
Mi sembra di essere entrato in una miniera di pietre preziose, un luogo fantastico tutto da esplorare.

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