giovedì 5 gennaio 2012

Punti di vista


Nella mia comunità c'è una certa dialettica piuttosto goliardica, ma molto interessante e piacevole, che riempie di stimoli i pasti comuni. Esistono posizioni differenti, che emergono piuttosto giocosamente. Ciò non toglie che esse dietro apparenze miti, si manifestino a volte in tutto il loro peso.
Ieri per esempio, una delle persone con cui vivo mi ha inviato un messaggio di inizio anno - inviato alla sua cerchia di amici - in cui esprime i suoi sentimenti di amarezza, disagio, ribellione verso la situazione che viviamo. Pur non considerandosi berlusconiano, ritiene Monti e Napolitano due usurpatori, la democrazia sospesa e tutta una serie di considerazioni che lascio immaginare. La cosa mi ha molto toccato. Quello che per lui è un dolore profondo, per me invece è una liberazione, fonte di benessere e di ottimismo verso il futuro. Io per esempio penso che Berlusconi abbia fatto del male, un male profondo, alla nostra società, che è ancora ferita, avvelenata per questo. Per lui le cose sono diametralmente opposte. Eppure viviamo bene insieme, ci stimiamo, spesso nelle discussioni ci troviamo sullo stesso versante e ci facciamo da spalla l'un l'altro. Esiste però un punto dove le nostre strade divergono inesorabilmente.
Chi ha ragione? E' ovvio che per me è evidente la mia posizione, ma non posso pensare che lui sia in mala fede. Gli anni mi hanno insegnato a convivere in questa situazione di diversità, dove l'uno soffre per ciò che all'altro rallegra. Ma non è una cosa facile da capire e da vivere.

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