giovedì 28 marzo 2013

28 marzo. La guida




Che papa Francesco mi piaccia e fuori di dubbio e evidente a chi anche di sfuggita sia capitato nel mio blog, nel mio profilo fb o twitter in questo ultimo mese.
I motivi per cui mi piace e mi interessa sono forse meno evidenti.
Dietro il clamoroso successo mediatico di quest'uomo ci sono delle cose molto normali, ma non per questo scontate, molto ovvie, ma non per questo poste finora in evidenza in questo modo.
Mi piace che finalmente che il Vangelo appaia amico dell'uomo, che le parole di amicizia e misericordia di Gesù riprendano il centro della scena attraverso gesti e parole immediate.
Mi piace che - come ben spiegato da Bergoglio in una intervista rilasciata da cardinale - non abbia bisogno di affermare continuamente la sua identità, i suoi titoli, il suo status: l'autorevolezza viene dalla vita e chi ha troppo bisogno di fare appello al suo ruolo ha una autorità e identità debole, al contrario di quest'uomo.
Mi piace che seguendo le sue parole quotidiane (l'omelia improvvisata che ogni prete fa davanti al vangelo quotidiano in 2-3 minuti) sia possibile fare un cammino, scendere nel concreto della vita, farsi domande immediate sul nostro modo di essere cristiani.
Mi piace che non faccia progetti e discorsi a tavolino, ma prenda alcune decisioni e le metta subito in atto, dando potere all'azione.
Mi piace che sia un gesuita di più di 70 anni: conosco tanti gesuiti, e so che nessuno come loro mette in gioco tutta la sua persona in un processo di crescita continuo - grazie al percorso ignaziano - che tocca cuore, mente, affetti, scelte...
Per questi motivi mi piace e lo segua. E il fatto che piaccia a tante persone non mi dispiace affatto.

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