venerdì 7 dicembre 2012

7 dicembre


Ho trascorso - da solo e in compagnia - una gran parte della mia infanzia con le costruzioni Lego. Sono debitore a questa società di una buona parte della mia formazione.
Per questo quando a Londra sono entrato in uno dei negozi ufficiali della Lego ho provato una emozione indescrivibile nel vedere migliaia di pezzettini lego di tutte le forme e colori.
Nei mesi scorsi ci era venuta l'idea di utilizzare i mattoncini lego per alcune attività con i ragazzi.
Così prima dell'estate ho affisso vari manifesti in tutta la parrocchia per ricercare qualcuno che ci regalasse vecchie costruzioni. Sul momento mi sembrava che l'appello fosse caduto nel vuoto, ma all'improvviso nell'ultimo mese - si erano forse messi d'accordo? - diverse persone mi hanno portato una quantità inimmaginabile di costruzioni. In particolare una famiglia di amici in partenza per il Portogallo mi ha portato un cesto enorme pieno zeppo di lego. Qualcosa da fare inebriare.
Qualche giorno fa insieme ai bambini abbiamo per la prima volta rovesciato il grande cesto e iniziato a costruire insieme una grande città. Non avevo ancora frugato dentro il cesto, per cui il mio stupore è andato crescendo di momento in momento: in quella moltitudine di pezzetti di plastica c'erano esattamente le stesse costruzioni utilizzate da me quasi quarant'anni fa e, stupefacente, mescolati ai lego, i mattoncini "finti", le imitazioni più economiche che servivano a fare numero. Quel cesto mi è parso una macchina del tempo, venuto fuori attraverso qualche finestra temporale dai miei anni '70.
Penso che Ole Kirk Christiansen fondatore della Lego abbia un posto in prima fila in paradiso.


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